Il Grande Reset è un problema per coloro che non sanno stare al mondo, il che significa che la soluzione consiste nell’imparare a stare al mondo.
Grande Reset significa ripartire da zero, o quasi. L’umanità sta per essere stravolta, perché solo così si può garantire il proseguimento dell’umanità.
Siamo vicini al collasso globale, un collasso che si può prevenire solo ripristinando gli equilibri fra produttività e consumi, equilibri che sono stati sballati, motivo per cui il mondo sanguina, la gente soffre.
La situazione è diventata insostenibile, e alcuni, potenti, stanno agendo per evitare il collasso, per ripristinare la sostenibilità della vita dell’uomo sulla Terra.
Il problema è, quindi, umanistico, ancora prima che economico. Cioè, i dati sulla distribuzione della ricchezza non vanno letti solo in chiave economica, ma anche in chiave umanistica, cioè di distribuzione delle capacità produttive.
La produttività dell’uomo è la conseguenza alla sua educazione alla vita. Il 90% della popolazione è composta da individui mal educati alla vita, che producono pochissimo e, tutti insieme, consumano moltissimo. Consumiamo troppo e produciamo troppo poco, e continuando di questo passo, arriveremmo al collasso umanitario, cioè all’ingrippo del meccanismo produttivo/consumistico su cui si basa la vita e la prosperità dell’uomo, il progresso dell’umanità.
L’aspetto che contraddistingue maggiormente la vita degli uomini da quella degli animali, è l’interesse a prosperare. Un insieme di uomini interessati a prosperare, cioè a migliorare le proprie condizioni di vita, costituiscono una collettività e una società che progredisce. Il progresso sociale e dell’umanità è la conseguenza dell’interesse degli uomini a prosperare.
Il mondo è popolato per il 90% da persone incapaci, anche perché disinteressate, a prosperare, il che significa che il mondo è popolato per la maggior parte da individui che invece di giocare un ruolo stimolante alla crescita, la rallentano, la impediscono.
Il Grande Reset è, in poche parole, un piano che punta a eliminare quelli che rallentano maggiormente il progresso, quelli che giocano maggiormente contro il progresso, persone che, a causa della loro incapacità e disinteresse a prosperare, sono considerati una zavorra al progresso dell’umanità.
Il Grande Reset è un problema umanitario, e come tale va considerato.
L’errore più grave che si può commettere è quello di credere che i liberi siano i milionari. I liberi sono quelli che sanno stare al mondo. Il loro status economico è la conseguenza del saper stare al mondo, cioè di vivere secondo le regole che permettono all’uomo di sfruttare al massimo il Sistema, il meccanismo produttivo/consumistico di cui sopra. All’aumentare della capacità di sfruttamento del Sistema, aumenta il livello di “saper stare al mondo” ed “essere utile al mondo (progresso)”. Il mondo è popolato per il 90% da persone che non sanno nulla del Sistema, cioè di come funziona il mondo, persone che vivono, e hanno vissuto per tutta la vita, di conseguenza al volere di altri, che sono ed erano quelli che il Sistema lo conoscono. Questi ultimi sono oggi i padroni del mondo, gli oligarchi, i pochi che hanno il potere su tutto e su tutti sulla Terra.
La soluzione al problema Grande Reset, e a tutto quello che significa per la massa sta, prima di tutto, nell’interesse a imparare a stare al mondo.
Dobbiamo imparare come funziona il Sistema, per contribuire al massimo al suo sviluppo e alla sua crescita, perché questo si tradurrà in diventare capaci di contribuire parecchio al progresso.
La libertà è un merito, non un diritto, un merito che si ottiene diventando super contributori al progresso. Chi non si interesserà in questo senso, perirà schiavo, dopo aver perso il “diritto” alla libertà di spostamento sul territori, beni, patrimonio, ecc., che è quello che molti conoscono come “eliminazione della proprietà privata”. La libertà e il diritto alla vita secondo natura sono due cose che perderanno tutti coloro che non si interesseranno a diventare super contributori al progresso, tutti coloro che prendono la vita alla leggera, superficialmente, non abbastanza seriamente.
Prendere la vita seriamente significa capire che la vita è una cosa molto complessa, che se non la si prende sul serio, ci restiamo schiacciati sotto, come da un rullo compressore.
I superficiali, quelli che pensano che “felicità, un bicchiere di vino con un panino, la felicità…” o quelli che “l’importante è che vinca ‘a Roma…!” sono dei perdenti, cioè persone destinate a perdere tutto.
Il problema, anzi la causa del problema, non è il Sistema in sé, cioè il meccanismo della vita, ma il non conoscere il Sistema, l’ignoranza sul Sistema.
E’ giunto il momento di dare priorità a materie umanistiche, per salvarsi da quello che possiamo considerare un diluvio universale, perché quello che sta per succedere, presto, è di una gravità di tali proporzioni.